Egregi ed esimi adoratori di Flippide
domenica 26 febbraio si è celebrata la famosa Roma-Ostia, la corsa di 21 km che con partenza dal centro di Roma giunge fino al mare percorrendo per intero la Cristoforo Colombo. La mattina del giorno prima, nella amata terra ghibellina, un insolito e quantomai variegato drappello di runners si è radunato per recarsi nella città eterna a bordo di un favoloso furgone Opel Vivaro, noleggiato al costo di una Bentley a Londra per il matrimonio di casa Windsor. La compagine dei facinorosi bipedi risultava così composta: Alessandro Domini, Gianni Bianchi, Fabio Neri, Fabrizio Graziotti, Giulio Scarpelli e Giacomo Guidi per il G.S. Amatori Podistica Arezzo, Andrea Sandroni, Mauro Calcioli ed Enrico Giordano per l’Atletica Sestini. Come facilmente ipotizzabile, durante il tragitto autostradale e il primo convivio a base di vino bianco e spaghetti alle cozze, gli Orazi e i Curiazi della corsa fraternizzavano per gettare le basi di un lungo sodalizio: “ bella la vostra tuta senza tasche, comoda… voi avete una felpa che mi vergognerei a dormirci al campeggio… ma voi il sito sul web l’avete ? …voi che corse organizzate?…..voi siete troppo ansiosi…te invece sei ansiolitico… “ . Una disputa senza tregua.
Nel pomeriggio assolato del sabato, dopo aver depositato i bagagli presso l’originalissimo “Hotel Bellavista” sito sul litorale ostiense, Gianni “Gandhi” Bianchi, laziale doc, si proponeva come tour operator e capogita: “Dai, si fa una giratina per Roma. Proprio due passi.”. Ebbene, la giratina assumeva ben presto i connotati del pellegrinaggio da Giubileo. Roma Termini, Via Cavour, Fontana di Trevi, Via Condotti, Altare della Patria e via di gusto, tanto che i nostri runners percorrevano per buona parte il selciato della Maratona del 18 marzo p.v.. Quando si dice, il riposo prima della gara…
Tornati ad Ostia, gli Orazi e i Curiazi, ai quali si era aggregato il simpaticissimo Pietro Tartaglione, al quale va un grande saluto, si dirigevano di buon passo verso il ristorante individuato dall’Avv. Sandroni (autentico zebrone), scelto ovviamente non per la bontà delle pietanze ma per il maxi schermo sul quale assistere al match scudetto Milan-Juventus. In ultimo, ma non certo per il tempo in gara, durante la cena si associava anche l’amico Ghiandai (prodigioso il suo 1h e 26m, ma l’ha fatta in scooter..) accompagnato dal cugino Fabrizio Serboli. L’improbabile cena si celebrava tra pizza margherita e spaghetti alla spigola (poca) e finocchio (tanto, formato pinzimonio) davanti al megaschermo (muto) con la partita del Meazza. Amici miei, se il campo ha visto episodi contestati e polemiche furiose, potete immaginare la nostra tavolata dove tifosi viola, laziali e nerazzurri hanno gettato kerosene sul fuoco con lo spirito del benzinaio incendiario. Fortunatamente il prode Sandroni, celebre “fischietto” aretino, dall’alto della sua autorevolezza, regolamento alla mano sedava gli animi e metteva tutti d’accordo: “ se segna con il primo colpo di testa è buona, con il secondo no”. Unico. Gli voglio bene per questo. Il sofferto pareggio ed il lauto vinello ci mandava a letto belli piombati e finalmente giungeva la mattina della gara. La colazione, dopo aver nascosto gli yogurt a Fabrizio Graziotti, veniva consumata tra crostata, fette biscottate, the, caffè, e poi tutti con il trenino verso il PalaLottomatica. Ciuff ciuufff!!!
Qui, nel raggiungere i nastri di partenza abbiamo incontrato altre due componenti della Podistica, Maggi Lucilla (1h e 54m) e Daniela Bigi ( 1h e 56m) gradite dame in biancorosso, splendide e fortissime. Purtroppo, causa le migliaia di persone presenti, il vecchio Silver non ha incrociato l’amico Farinelli, autore di un tempo a dir poco keniota…1h 18m. A lui i migliori complimenti ed un sincero saluto.
Pronti, via…la corsa ha inizio e le ondate di partecipanti partono cicliche. Il serpentone dei corridori si snoda lungo la Cristoforo Colombo ed il clima ci è amico: cielo velato, temperatura mite…..inutile nasconderlo, molti di noi iniziano a pensare al colpaccio.
Il duo Sandroni – Bianchi tra gomitate, cianchette, spinte e reciproci insulti (stile Conte-Galliani) si lancia subito su ritmi indiavolati e chiude mano nella mano una splendida corsa con il tempo di 1h e 29m. Grandissimi. Dietro di loro giungono altrettanto egregiamente Scarpelli ( 1h e 32m) Domini ( 1 h e 32m) e Cacioli (1h 33m), autori di ottime prestazioni. Al contrario il Vostro affezionatissimo Silver Runner, il bucaniere dalla chioma argentata, sceglieva una tattica sparagnina, quasi subdola, e proponeva a fratello Neri la sua strategia da valente conquistatore: “prendiamo Fabrizio come leprotto, lo seguiamo fino alla morte, dove va lui andiamo anche noi”. Ora, dovete sapere che l’amico Fabrizio Graziotti, detto anche “Danone” in virtù dell’insana passione per i fermenti-lattici nel pre-gara, gode da sempre di un invidiabile stato di forma e i suoi tempi sono sempre di livello. Seguirlo fino all’arrivo voleva dire per noi sedere sul trono della gloria. Sono sincero, il vecchio Silver per 1h e 34m, tra una crisi cardio respiratoria e l’altra, ha snocciolato a se stesso il rosario del succhiaruote: “non fa male, non fa male, stagli attaccato, non fa male, non lo perdere, non fa male…” e con parziali inaspettati – sempre al di sotto dei 4,30 al km – ha celebrato il suo personale sulla distanza, così come il fratello di sangue Fabione Neri, il vichingo dalla canotta biancorossa autore di un maiuscolo 1h e 36m.
Felici e festanti, con il nostro splendido Opel Vivaro, gli Orazi e i Curiazi prendevano la via di casa non senza prima fermarsi nell’entroterra laziale in un ristornate prenotato per l’occasione. Antipasto e tagliata per tutti, vinellino rosso leggero leggero a 14,5°, e un dolcino light ricotta e pere per restare leggeri (panna cotta per i ghiottoni).
Gonfi e satolli, i guerrieri della strada rientravano ad Arezzo dopo una trasferta a dir poco splendida.
Un grazie di diritto, e di cuore, va a Fabrizio Graziotti e Mauro Cacioli che si sono prodigati nell’organizzare il tutto in modo veramente encomiabile.
Che dire… se il Podismo mi ha insegnato qualcosa, è che si può essere grandi amici anche vestendo canotte diverse.
Onore alla Podistica, lunga vita agli Amatori, e che Filippide benedica sempre ogni vostro passo.
Silver Runner