Per i podisti di qualsiasi livello indossare il pettorale la domenica mattina significa misurarsi non solo con gli altri alteti ma soprattutto contro un avversario implacabile: il tempo. Se non lo si prende con lo spirito giusto il tempo diventa in breve un'ossessione, uno stress che fa perdere di vista l'essenza stessa della pratica sportiva. Già la giornata di per se è una continua corsa contro il tempo: sveglia, lavoro/scuola, impegni familiari, hobbies, allenamenti: alla fine si arriva a fine giornata pensando già al giorno dopo.
Così passano le settimane, i mesi e gli anni, in modo frenetico, quasi senza accorgersene.
Domenica, partendo per ultimo alla "Torre di Gnicche", ho avuto il piacere di vedere in azione Gianfranco Gragnoli (Rinascita Montevarchi) e Bruno Amerini (GP Riccardo Valenti Rapolano), i due "meno giovani". Curando le iscrizioni alle nostre gare ero rimasto colpito da questi due signori che, malgrado l'età ed i consigli delle persone di "buon senso", la domenica mattina si alzano di buon ora per partecipare ad una gara in pieno inverno.
Con l'andatura che il fisico gli consente e con un bel sorriso hanno percorso i 13 km in circa 1h31'37". Nei resoconti post-corsa si parla sempre dei primi, ci si complimenta con chi ha realizzato una prestazione eccellente, ma forse sono proprio le persone come Gianfranco (1938) e Bruno (1939) ad avere trovato il sistema per ingannare il tempo, e per questo meriterebbero un premio speciale, veri vincitori morali della manifestazione. Oltre all'ammirazione per la volontà di mettersi alla prova, se ci penso bene provo anche una certa invidia: avrò la fortuna, la forza e la salute nel 2045 di partecipare alla 40^ edizione della Torre di Gnicche
?
Mazu_wizard