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In quasi 600 Su e giù per la Torre di Gnicche, il bandito “gentiluomo”

Diciamocela tutta, Federico Bobini, era uno dei tanti briganti e malfattori, che imperversavano da nord a sud nell’Italia della seconda metà dell’ottocento, andandosi a inserire quindi nella famosa questione del Brigantaggio che interessava soprattutto il sud Italia. Ma se al sud i briganti non erano assolutamente tutti malfattori, rapinatori, violentatori, anzi spesso era esattamente il contrario, non si può dire la medesima cosa per un’altra parte del Nord, come ad esempio la Toscana. Eppure, la storia insegna che un uomo che si pone ai limiti della legge, prima o poi, la medesima farà il suo corso e al contempo, come binario parallelo, spesso il brigante diventa leggenda che si alimenta, sia in vita e ancora più, post mortem. Non fa eccezione Federico Bobini, divenuto brigante con il nome di Gnicche, ancor più omicida, uno dei più feroci che la storia ricordi (Stefano Pelloni, il “Passator Cortese” romagnolo, impallidisce al confronto con le efferatezze compiute dal Bobini). Eppure, prima le credenze popolari, poi la bravura della letteratura capace di alimentare determinate leggende, ecco che un brigante pluriomicida diventa il simbolo di un popolo. Il brigante Gnicche rientra in questa casistica e non c’è aretino che non ne conosca le gesta e di lui non si sia fatta un’idea romantica. Poteva esimersi un gruppo sportivo di organizzare a suo nome una corsa? No di certo! ed ecco che solo una società che ha nel suo DNA l’amatorialità dello sport, che deve essere uguale per tutti, indipendentemente se sei avvocato o facchino, se vai a tre/km oppure a 9/km, la Podistica Amatori Arezzo, organizza da ben 7 anni, la “Su e giù per la Torre di Gnicche” su uno dei percorsi più belli delle colline circostanti il nord aretino, che si snoda tra oliveti e vigne a due passi dal centro. Partenza da Villa Severi per una gara che è ormai diventata una classica, ove nessun podista del circondario vuol mancare.

Un percorso collinare con alternanza di tratti di asfalto e sterrato, dopo un giro del perimetro si sale verso la collina di S.Fabiano, attraverso una strada sterrata. Si riprende la via asfaltata per completare la salita, poi rapida discesa fino alle prime case di S.Polo, dove si ricomincia a salire per circa 300 m fino alla Chiesa, breve tratto ondulato, poi una discesa che diventa dopo 200 metri una salita ripida, prima su asfalto, poi su un sentiero che porta nel punto più alto del percorso.

Da qui si scende velocemente per circa 700 m fino ad Antria per la seconda parte della gara, che diventa pianeggiante fino alla località Filanda; attraverso Fontebranda inizia la strada bianca con una salita leggera ma costante che porta a sfiorare la Torre di Gnicche (da qui il nome della manifestazione in realtà), per rientrare nella strada di S.Fabiano all'altezza degli archi dell'acquedotto romano. Nuovo tratto sterrato dell’andata per scendere verso il bel Parco di Villa Severi, ove ad attendere i podisti, i cronometristi di Arezzo, gli organizzatori, i volontari, non solo dell’Amatori ma anche dell’Atletica Sestini, altra compagine amica, e un bel ristoro all’ interno del Circolo.


A vincere questa edizione, Yassin El Khalil, Policiano, in 43’09’’ che supera il compagno di squadra, Alessandro Annetti, a 3’’, ancora 2’’ e arrivo la sorpresa de La Chianina di Montepulciano, Siena, Athanase Tuikase, giovane burundiano, quarto Perparim Filaj, Policiano, a 28’’ e in quinta posizione, Abdelilah Dakhchoune, del Maiano di Firenze, il favorito di questa edizione, nel gruppetto di testa fino all’11esimo km, poi, complice una “storta” e un dolore alla caviglia riacutizzatosi, termina a 29’’ dal vincitore. A seguire l’ottimo Giacomo Valentini, UISP Chianciano, Francesco Caroni, Runners Bergamo, Attilio Niola, UISP Chianciano, Sandro Giorgetti, Atletica castello, Alex Teheran, Triathlon Firenze e poi i due forti atleti della società organizzatrice, Pietro Verini e Federico Lisi Vaiani. Al femminile, Maria Chiara Parigi, ferma per un forte problema muscolare, prova a correre e lo fa come sa farlo: si mette in testa per non lasciarla più, tranne negli ultimi secondi, quando la forte atleta, la nuotatrice messinese Katia Scionti, va a bruciare al fotofinish l’aretina di casa, chiudendo in 50’09’’, a 4’’ la Parigi, terza, ma ben lontana dalle prime due, Lucia Boncompagni, Policiano, a più di 3 minuti dalla vincitrice. A seguire Lucia Tiberi, Il Fiorino, Daniela Romanelli, Subbiano Atletica, Valentina Mattesini, Valentina Vietti, Francesca Liberatori, Maria Barresi e l’umbra Maria Cristina Draoli. Fra i più “veterani” in età, i meni giovani, Gianfranco Gragnoli,  della Rinascita Montevarchi, classe 1938 e Bruno Amerini, GS Riccardo Valenti, classe ’39, tra l’altro bravissimo organizzatore della Notturna rapolanese, ogni primo venerdi del mese di settembre. Entrambi hanno concluso dopo 1h31’. Come ha scritto Massimo Zurli sul sito della società organizzatrice dell’evento: “ nei resoconti post-corsa si parla sempre dei primi, ci si complimenta con chi ha realizzato una prestazione eccellente, ma forse sono proprio le persone come Gianfranco ad avere trovato il sistema per ingannare il tempo, e per questo meriterebbero un premio speciale, veri vincitori morali della manifestazione”.
Intanto la Podistica Amatori Arezzo felice perché questa manifestazione, nata in sordina ormai ha un suo grande spazio e una sua importanza, semmai una corsa possa avere più importanza di un’altra, una organizzazione possa avere più importanza di un’altra, come se ci fossero manifestazioni di serie A e serie B che, specie quando parliamo di manifestazioni sotto l’egida della UISP, dovremmo sapere che il fine primo e ultimo di tale Ente, è quello di promuovere lo sport per tutti e a tutti i livelli e che non esiste in tal senso una scala di “eccellenza”!

Denise Quintieri

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