Moggiona, Lonnano, Badia Prataglia.
Completato il trittico delle Foreste Casentinesi con la corsa prataglina, disputatasi in una giornata settembrina, francamente vestita da Luglio caliente.
La prima sorpresa nel cartello al tavolo delle iscrizioni: km 24! Ma non erano 21? Alla domanda obbligata, risposte poco convinte con dubbi crescenti nella maggior parte degli atleti. Numerosa la partecipazione della nostra "armata biancorossa": alla fine saremo premiati come terza formazione per numero di partecipanti (prosciutto, alé !). Nei momenti precedenti la partenza abbiamo osservato piacevolmente l'accoglienza del comitato organizzatore; l'aria, frizzantina alle 8:00, si scaldava inesorabilmente, insinuando qualche timore nel plotone dei podisti. Partenza puntuale e finalmente di svela la prima parte del percorso; quei 3 km "appiccicati", oserei dire "fuori tema". Non si capisce la necessità di questa variazione in paese attraverso stradine e cortili poco inseriti nel contesto del percorso tradizionale.
Tant'è, all'aretina, o bere o affogare. Poi l'ascesa al paradiso. Conosciuta, ma sempre maledettamente dura, resa ancora più difficoltosa dalla temperatura, dal terreno secco, dissestato dalle condizioni di aridità. Compagni di viaggio sgraditi anche i tafani (qualcuno mi spiega il loro ruolo nell'ecosistema ?). 7 km e spiccioli per trovare la prima discesa.
Violenta ma percorribile. Il percorsoera discretamente segnato anche se in alcuni punti qualche cartello in più non avrebbe guastato. Ben posizionati i primi ristori. Splendido osservare l'assoluto rispetto che noi amanti di queste corse abbiamo nei confronti di madre natura. Il tempo scorre lento, il caldo diventa poco sopportabile nonostante la galleria naturale costruita dagli alberi. Passare di fianco all'eremo di CAMALDOLI ( e tre!) con le campane a festa, suscita sempre una certa emozione, che ognuno di noi vive nel proprio intimo, aldilà delle proprie convinzioni. E si risale, violenta la salita, l'ultima, micidiale. O bere o affogare. Su fino alla fine con dolori, crampi e gli immancabili tafani. Finalmente di scende, quando si rientra nella strada bianca mancano ancora 9 km! Un'eternità ! Discesa mista tra strada e bosco, anche qui con qualche problemino di segnalazione. Fino in fondo, io stremato; mi è parso di cogliere sofferenza nei volti dei nostri ragazzi, confermata dalle loro parole. Gara durissima, l' opinione di tutti.
Critica condivisa, non solo nella nostra squadra, ma in tutto il parterre podistico, per quei 3 km iniziali, inutili, privi di significato nella logica della corsa. La speranza è che l'organizzazione rifletta su questo punto. Alcuni, tra i quali il sottoscritto, conservavano un piacevole ricordo di questa gara. Oggi tale ricordo appare un po' offuscato. Speriamo il prossimo anno di rinnovare l'antica emozione. A presto.
(Per la classifica siamo in attesa della pubblicazione da parte dell'organizzazione)
Marco Scrocca