Esimi adoratori di Filippide
come ben sapete, nei giorni di venerdì e sabato, tra i componenti della Podistica circolava la voce di un maxi-allenamento tra le proibitive cime di Sargiano e Lignano con partenza domenica mattina ore 8.00.dalla bucolica rotonda dell’Esselunga
Il Vostro amato Silver Runner, puro passista non incline alla salita, meditava bene di astenersi da tale martirio. Tuttavia, le insistenti pressioni di Easy Climb Bianchi e Surprise Domini, l’orgoglio di chi non fugge la pugna e la consapevolezza dei benefici di un tale allenamento, portavano lo sventurato a dire “Si, va bene, vengo anch’ io” . Una e-mail di Gianni Bianchi, giunta la sera prima, faceva pentire il prode runner di aver acconsentito: “ Preparati, domani è dura”
Dopo una notte tormentata, costellata da incubi fatti di salite, ascese, strapiombi e scalate, il buon Silver, per farsi forza, indossava la magliettazza della Maratona di Carpi come fà Spiderman con il costume da ragno e si appropinquava fiero – ma non sereno – verso il punto di ritrovo.
E qui, quelli che erano timori e paure si tramutavano repentinamente in puro terrore.
Oltre a Bianchi e Domini, sopraggiungevano Aldo Soldini, Roberto Farinelli, Gianluca Belli, Sebastiano Borgogni, Mauro Nunziati, Andrea Borgoni e per ultimo, ma non certo come passo, Luciano “Amiata” Parati. Tra forsennati scalatori e top-runner, l’uscita assumeva i connotati dell’autentico suicidio
Silver Runner, sull’orlo della lacrime, tentato dall’umiliante ritirata, si sentiva anche dire “tranquillo, tanto si fa piano”. Come no !!!
Aveva inizio la corsa e il “fare piano”, tanto per cominciare, si stabilizzava su una media ben al disotto dei 5m al km.
Dopo solo due kilometri di splendida pianura avevano inizio le attese salite.
Mentre alcuni scout apache dissertavano sul percorso da seguire “meglio di qui” “ ma no, è più bello di qua” Silver Runner, nelle retrovie, sbuffava e ansimava come un pinguino in spiaggia ad agosto.
Inesorabilmente, la civiltà si allontanava e le strade si facevano viottoli, fino ad assumere i connotati di veri e propri sentieri peruviani e crinali nepalesi.
Come cantava l’indimenticato Lucio nazionale: “ le discese ardite e le risaliteeee”.
Dopo aver conquistato la Cima Sargiano, l’indemoniato manipolo si fiondava verso valle per poi riprendere la risalita e giungere al CampoBase di Lignano: un continuo saliscendi che avrebbe stroncato il miglior sherpa tibetano.
Tra crisi cardio-respitratorio e attacchi di panico, roso dal desiderio di mangiare le scarpette e tirare il Garmin contro un albero, Silver Runner, debilitato da muri e pareti, teneva botta e non mollava.
Sempre aggrappato al plotone dei fuggitivi, al termine di 20 kilometri tra sassose scarpate e scoscese pietraie, favolosi come un miraggio si materializzavano in lontananza i tetti di Santa Firmina, da quel momento eletta a Città Santa.
Il grande Silver si rianimava: “ Finalmente il piano”. Seee….Buonanotte!!!
Il rientro alla rotonda dell’Esselunga veniva affrontato ad una media di 4,20m. al km, al pari di uno lanciatissimo sprint olimpionico. Pura follia.
Giunto al termine in condizioni da sala rianimazione, Silver osservava allibito gli amati “compagni” di squadra: Farinelli prendeva il sole, Belli procedeva da cittadino modello alla raccolta differenziata, “Amiata” Parati sorrideva serafico, e Aldo Soldini, tra il serio e il faceto, se ne usciva fresco con un gradito proposito: “io, quasi quasi, la rifarei al contrario…”
Il runner dalla chioma d’argento salutava con le ultime due vocali rimaste e guadagnava meritatamente l’amata magione. Senza salutare né moglie né figlia, devastato ma fiero, Silver si accasciava sul fondo della doccia imbracciando un fiasco di puro Polase D.O.C. invecchiato 10 anni.
Sotto lo scroscio di acqua bollente, in cuor suo, pensava: “ Dio, che spettacolo.
E’ stato bellissimo. Non vedo l’ora di tornarci”. La sublimazione della sofferenza, la fatica che si fà gioia.
Amici miei, cos’è il runner se non questo ???