skip to Main Content

Ancora una volta Guelfi o Ghibellini

Gli appassionanti commenti,autentici  fuochi artificiali  seguiti alla Maratona di Roma  meritano alcune riflessioni. La prima è che in qualche maniera è stato toccato un nervo  scoperto nella testa dei podisti.

Con  alcune sfumature le posizioni che si confrontano sono sostanzialmente due  e  trovano uno specifico campo di battaglia intorno al quesito se correre una maratona sia qualcosa di "eroico" oppure no. Oppure detto in  termini più espliciti ci troviamo davanti a due partiti come al tempo dei Guelfi  e dei Ghibellini, quello dell'orologio e quello delle emozioni. Fino a non molto tempo fà si considerava fortunato un sessantenne che ogni tanto  riusciva a fare qualche passeggiata. Oggi non pochi settantenni gareggiano assiduamente e felicemente nelle varie  manifestazioni podistiche,con tempi sul km di tutto rispetto. Alcuni di loro  non disdegnano nemmeno le maratone. Fino a pochi anni fa la maratona veniva sconsigliata a qualsiasi età mentre oggi nel mondo ci sono centinaia di migliaia di persone, di ogni età, uomini e donne che  la corrono. Nessuno potrà ragionevolmente affermare che questo è un male e che sarebbe meglio partecipassero alle gare, maratone comprese, solo atleti da  3 e 30 al km, o perchè no da 3 e 15 in giù. Le maratone invece di vedere al via 30 o 40 mila persone risulterebbero appuntamenti per pochi intimi. Forse sarebbe meglio cosi? Il fatto che oggi  corra tanta gente è forse uno dei pochi aspetti positivi che si possono vedere nella società. Se la corsa è divertimento, sfida con se stessi, percezione diversa della realtà, sfida alla sofferenza, ecc ecc, il bilancio di una qualsiasi esperienza, per favore,  lasciatelo fare  a chi l' ha provato sulla  sua pelle e con i suoi sensi. Chi non ha mai corso una maratona farebbe bene ad  astenersi da giudizi sommari riguardanti la felicità o presunta infelicità degli altri. Abbiamo visto podisti evoluti, che si consideravamo fortissimi e magari lo erano pure, ritirarsi al 18 km di una maratona  perchè indietro rispetto alla tabella prefissata. Fu in quella occasione che nella bacheca del campo scuola apparve il seguente  cartello, forse scritto da Pasquino in persona, " il Colonna consuma più di una Ferrari e con 50.000 lire non fa neanche 18 km. Ricordo che molti allora  difesero quella sua scelta, perchè  doveva  correre la maratona in 2 ore e 44 e  non si poteva certo accettare un 2h e 50.

Frequento il campo scuola dagli anni '80 e posso testimoniare il cambiamento avvenuto nei podisti in questi anni.

Non ci saranno "campioni " ma poco importa.

Oggi vedo in giro tanta gioia di correre, tanta passione, tanta condivisione della fatica  con sempre il sorriso sulle labbra. Questo attualmente   è lo spirito della Podistica  che non a caso si  riflette nel notevole aumento dei  tesserati.Il clima  del campo scuola dove si riunisce il gruppo più numeroso tra i nostri iscritti è ottimo e lo spogliatoio è sempre pieno zeppo di gente.Il piacere di stare insieme unitamente al desiderio di migliorarsi formano una miscela fantastica. Nessuno è invidioso se qualcuno va più forte e fa progressi più rapidi e in generale tutti sono contenti anche se le prestazioni in qualche gara non sono quelle auspicate. Ci sarà un motivo se quando dominava il partito dell'orologio la  gente che comunque corricchiava ci vedeva come marziani e si guardava bene da iscriversi alle società podistiche. In quegli anni il livello medio dei podisti sarà stato anche superiore ma  ricordo discussioni in cui  a Jovine (un tempo eccellente podista) autore  di  splendide maratone terminate con tempi intorno alle 2h e 37 veniva detto che la maratona non era per lui e che  "non andava un cazzo".  Se ci ripenso rido ancora. Con questo non voglio dire che è  comunque eroico fare la maratona anche in 5  o 6 ore, ma gratificante sicuramente si. Gli argomenti del Coach sono inoppugnabili ed è da ammirare l'impegno di chi quotidianamente sostiene  allenamenti  durissimi tesi come dice lui ad ottimizzare la prestazione e ridurre il consumo di energia. Dopo tanti anni di podismo so che se ci sono 100 podisti  ci sono 100 modi di intendere la corsa e che  nessuno possiede il verbo divino. Il podismo è  uno sport  che a livello amatoriale  assomiglia sempre di più ad una filosofia. Bisognerebbe mettersi in testa che tutti hanno le loro ragioni.

 

witko55                                 

Back To Top