Il coach Sebastiano Borgogni ha scritto una breve guida per la tattica di gara in vista della corsa di domenica.
La mezza, è secondo me la distanza per eccellenza che misura il valore di un podista.
Il modo in cui si affronta cambia a seconda delle caratteristiche e il grado di preparazione di ciascuno. Ai soggetti con una preparazione accurata sulla distanza, ma che non hanno alla base un robusto lavoro sulle ripetute, consiglio una partenza cauta con un leggero incremento di andatura con lo scorrere dei km e, se negli ultimi km si trovassero in eccellenti condizioni di freschezza, una robusta progressione negli ultimi tre. Dando per scontati i consigli di non cambiare mai ritmo bruscamente (si paga tantissimo), di correre sempre sul proprio ritmo gara e di non attaccarsi mai (tranne gli ultimi 3km) a chi, in fase di rimonta, vi passa ad un ritmo decisamente superiore.
Esaminerò adesso la tattica di gara degli atleti di cui ho seguito la preparazione negli ultimi due mesi, generalmente (se viene seguito il ritmo gara stabilito) fino al 10/12 km la fatica non viene quasi avvertita, l’unica difficoltà consiste dal districarsi dalla fase caotica della partenza fino a che non si trova un proprio spazio e il proprio ritmo all’interno del gruppone, una partenza leggermente più veloce 5"/10" a km sul ritmo, non è un problema, basta che sia circoscritta ai primi 2 km. Generalmente è attorno al 15 km che la fatica inizia ad essere pesante e s’impone a volte una piccola flessione di ritmo. Questi sono i km chiave della gara: a volte in chi è scarsamente preparato o ha semplicemente sballato ritmo vi sono dei crolli che appesantiscono di due tre o più minuti il crono di riferimento.
Importante è, prima che la fatica divenga insostenibile alzare di qualche secondo a km (5/10”) il ritmo per uno o più km (10” x 3 km appesantiscono la prestazione finale
di soli 30” e se anche fossero 20” il crono risulterebbe appesantito di appena 1’) generalmente questo accorgimento basta per evitare di inchiodare le gambe.
Tutto questo fino al 18° km: è qui che dovrete essere in grado di sfruttare il lavoro svolto sulle ripetute, stringendo i denti per mantenere o aumentare il ritmo, in questa fase è quasi impossibile essere colti da una crisi pesante con il traguardo che si avvicina ci si sente mano mano più leggeri e a volte recuperando posizioni l’adrenalina cresce e non si sente neppure più il peso della fatica.
Chi dovesse avvertire ancora prima di metà gara una fatica insostenibile vuol dire o che ha sbagliato ritmo o che non è ”una buona giornata”: in questo caso, se non vuole seguire una abitudine che abbiamo in comune io e Pietro Verini (ovvero il RITIRO), l’unica medicina è fare uno o meglio due km veramente lenti 20” o più sul ritmo gara per poi cercare piano piano di riavvicinarsi al ritmo gara o quantomeno di avvicinarsi al traguardo mantenendo quel ritmo.
In buona sostanza il sunto di quello che ho cercato di dire in queste righe è che, anche se non è la MARATONA, la mezza merita rispetto e attenta preparazione: non è pensabile di sconfiggere il tempo e la distanza (tranne gli ultimi tre km) con un atteggiamento stoico, appena ci rendiamo conto d’essere in affanno l’IMPERATIVO SARA’ RALLENTARE, prima verrà fatto minore sarà il rallentamento e il danno sulla prestazione finale.
Concludendo: IN BOCCA AL LUPO A TUTTI PER DOMENICA!!!