Mi sono alzato che ancora non è giorno, il "Trail delle Foreste Casentinesi" mi attende con il suo fascino, ma anche con le sue incognite, soprattutto per me
che dopo 2 settimane di stop forzato, ho ricominciato ad allenarmi martedì. Solo giovedì mi sono deciso, non senza qualche patema che sarei stato anch' io della partita.
Stranamente, mi sento tranquillo. Probabilmente è più forte la voglia di immergermi negli scenari fantastici della foresta, che la paura di affrontare le terribili ascese del percorso. Mezz'ora prima della partenza ci raduniamo con tutti i compagni di squadra e d istr
ibuiamo i pettorali. L'atmosfera è serena, tutti sono allegri. Anche stavolta la corsa ha prodotto il miracolo: ci siamo distaccati da tutto e da tutti, esiste solo la montagna e la foresta. Trecento al via, subito un'ostica salita ci porta fuori dal paese ma è solo l' antipasto di quello che ci attende. Inizia il trail vero, oltre la pendenza ci sono da affrontare le insidie di un terreno primordiale con pietre e radici dappertutto. Ma c'è anche la foresta con il suo mistero. Il fiato è corto ma i polmoni pompano aria che è un piacere. Si corre e si cammina, ma anche quando si cammina non ti riposi mai. L'ascesa sembra non finire mai.
Tuttavia spero che la salita finisca solo quando finisce la montagna e non c'è più niente da scalare, sarebbe un peccato non esplorarla tutta. Quando si arriva in cima inizia il crinale, mi piacerebbe fosse infinito, invece dopo un pò inizia la discesa con pendenze al limite del sopportabile (almeno per me). Al primo ristoro mi bevo un bicchiere di tè e con sommo gusto mi mangio qualche biscotto. Inizia un tratto quasi orizzontale ,a parte alcune gobbe del terreno che poi sono più di un mangia e bevi. A questo punto siamo all'eremo di Camaldoli, dove inizia l'ultima terrificante ascesa al culmine della quale si apre un viale naturale di alberi maestosi disposti su ambo i lati del percorso. Al termine di questa meraviglia inizia la discesa su strada bianca, ad un tratto appare lo spettacolare scenario della diga di Ridracoli con il versante romagnolo della foresta casentinese. Le precarie condizioni muscolari non mi consentono una discesa in scioltezza, tocca fare più piano di quanto potrei. Ad un certo punto si rientra nei sentieri dentro la foresta e le pendenze riprendono ad essere (per me) intollerabili. Siamo quasi alla fine e stranamente mi dispiace di essere alla fine del viaggio. Faccio gli ultimi metri prima del traguardo con un bel passo perchè anche se sono molto stanco sono felice. Sono felice oltre che per me anche per la felicità che vedo trasparire in tutti quelli che arrivano con me e presumo anche nei tanti che sono arrivati prima di me. Ho impiegato 10 minuti più dello scorso anno, in discesa sono andato davvero piano, ma ho corso sempre sotto controllo, evitando di andare fuori giri. Al momento delle premiazioni sorprendentemente entro nei primi tre di categoria. Si,ho fatto bene a essere anch'io della partita, è stata una giornata fantastica. Al termine il pranzo offerto dagli organizzatori, davvero niente male, polenta al sugo di cinghiale, salsicce e fagioli all'uccelletta e cantuccini per dessert. Risalgo in macchina dando l'ultimo sguardo alla foresta e alla montagna .
witco 55